martedì 25 agosto 2015

Recensione: "IL LADRO DI ANIME"

Spesso ai lettori vien voglia di sperimentare con qualche nuovo genere letterario, di imbattersi in scenari meno abituali, di staccarsi un attimo da ciò che ha sempre trovato nei propri libri preferiti.
Questo è ciò che è accaduto a me in questo periodo. Ho voluto abbandonare per un po' scenari fantastici e surreali per poter assaporare, durante le vacanze estive, un thriller-psicologico. Vi comunico già da subito che ho scoperto un genere che mi è piaciuto tantissimo e che sicuramente continuerò ad approfondire. Buona lettura.

"Si dice che gli uomini manifestino la loro vera natura
nelle situazioni estreme. Quando le circostanze non
permettono più di agire secondo i valori inculcati da anni di 
condizionamento esterno.
Così una crisi diventa come un coltello affilato: toglie la buccia 
e lascia uscire il nocciolo, la condizione primigenia, non 
ancora formata e di solito dominata dall'istinto, in cui lo spirito
di sopravvivenza prevale sulla morale."

Titolo: Il Ladro di Anime
Autore: Sebastian Fitzek
Prezzo: €9,90
Pagine: 304
Pubblicazione: 2009
Editore: Elliot

Voto: 8.5/10

Trama: Tutto accade in una notte, la Vigilia di Natale. In una lussuosa clinica psichiatrica fuori Berlino, mentre la neve scende copiosa rendendo il luogo ancora più isolato, medici e pazienti si rendono conto con orrore che il maniaco che da tempo terrorizza la città, il cosiddetto "Ladro di anime", si trova all'interno della struttura. Di lui si conoscono soltanto i tremendi effetti provocati da un misterioso trattamento in grado di spezzare la volontà delle sue vittime, riducendole a meri involucri umani, e gli ambigui indovinelli che lascia dietro di sé come macabra firma. L'unica via di salvezza sarà affrontarlo tutti insieme: ma il piccolo gruppo, guidato da Caspar, ricoverato in seguito a un'inspiegabile amnesia che ha cancellato completamente il suo passato, si troverà a far fronte a qualcosa di assolutamente inaspettato e terribile. Mentre il tempo scorre inesorabile nel tentativo di neutralizzare il Ladro di anime, Caspar viene folgorato con sempre maggior frequenza da scene della sua vita precedente, che progressivamente fanno luce sulla sua identità e sulla sua drammatica storia personale, costringendolo a uno sconvolgente viaggio negli abissi più oscuri della propria psiche...

Le vicende si consumano in una tempestosa notte di fine dicembre nella clinica psichiatrica di Teufelsberg.
Un paziente che accidentalmente ha perso ogni traccia di memoria della sua vita passata, assieme ad un gruppo di innocenti che sono disgraziatamente rimasti chiusi nell'edificio assieme a lui, cercano di sfuggire dalle grinfie di un pazzoide dalle sorprendenti capacità ipnotiche che è capace di far rivivere il proprio peggior incubo ininterrottamente, in un continuo stato di trance.
Mentre il Ladro di Anime da' la caccia a ciascuno di loro, allo scopo di poter arrivare
finalmente alla sua vittima principale, Caspar si ritrova man mano ad affrontare frammenti di ricordi, spezzoni della sua vita passata che giungono come treni inaspettati. Ma quando è convinto di aver ritrovato finalmente se stesso e di aver sconfitto il Ladro di Anime, la situazione lo getta in una terribile, oscura verità... gli eventi si capovolgono e lui viene abbandonato al suo inferno, con la flebile speranza di poter essere salvato.

Non ho parole per descrivere questo libro. E' stato una vera sorpresa, in tutto e per tutto, e lo ritengo un piccolo capolavoro.
Le vicende nascono e proseguono in un perfetto clima thriller con qualche sfumatura horror su uno sfondo psicologico. Lo scorrere della narrazione sembra seguire un certo filo sensato: il Ladro di Anime che da' la caccia ai personaggi nella clinica per giungere a colei che è la sua preda principale, la donna che non è riuscito a ipnotizzare completamente; Caspar che cerca di salvarla e che nel frattempo rivive spezzoni della sua vita passata e dimenticata; pochi punti che necessitano un chiarimento... e poi, il finale. Sconvolgente. TUTTO si capovolge. Tutti i punti che parevano essere chiari e che si davano per scontati vengono spazzati via e le nuove verità si connettono agli eventi in un quadro perfettamente incastrato e fantasticamente originale. Tutto ciò che all'inizio pareva avere un senso poi si scopre averne
un altro; la trama finale stravolge completamente il lettore con le sue convinzioni e i suoi presupposti; niente dell'intero quadro poteva essere intuibile durante la lettura; per quanto il lettore cercasse di connettere gli eventi e di trovare un filo logico che legasse tutto, non avrebbe mai potuto immaginare cosa si celasse veramente dietro tutti quegli eventi.

Fitzek è un maestro nel costruire intrecci, nel giocare e capovolgere i fattori di una trama. Sembra quasi divertirsi con il lettore, offrendogli una serie di elementi misteriosi e indicandogli la strada per collegarli assieme, per poi sbattergli in faccia il vero tragitto, completamente opposto a quello che il lettore aveva presupposto. Il tutto, facendo leva su uno scioccante effetto a sorpresa.
Fitzek gioca, gioca con i lettori, gioca con i personaggi vittime di intrighi ed enigmi, gioca con indovinelli e intrecci originalmente incastrati, gioca con nozioni scientifiche da abbinare al susseguirsi dei fatti.
Ha uno stile di scrittura dinamico. Non si perde in dettagliate descrizioni di luoghi o persone, lasciando spazio alla fantasia del lettore. Non approfondisce scene narrative, scontri, dialoghi o quant'altro. Il ritmo narrativo è veloce, incalzante. Il lettore deve continuamente cercare di temere il suo passo. Ma, nonostante la dinamicità dello stile di scrittura, descrizioni o narrazioni non sono affatto trascurate, anzi: ho percepito le sensazioni di Caspar come una presenza viva, tangibile. Ho afferrato le sue sensazioni di malessere, sollievo o tristezza come se fossi io stessa a provare ciò.
Tuttavia, c'è stato un solo punto che secondo me non è stato pienamente approfondito, ossia i vari momenti in cui i personaggi rimangono chiusi, in piena notte, nella clinica psichiatrica con il presunto pazzoide. Fitzek è sicuramente abilissimo nel descrivere il buio, gli ambienti oscuri e tetri, ma ha quasi completamente trascurato la sensazione di terrore che avrebbero dovuto provare i personaggi. La sensazione di paura non è abbastanza percepibile al lettore. Insomma, se fossi stata io a rimanere chiusa nella clinica al posto loro, dire che me la sarei fatta sotto è dire poco... perdonate la poca formalità xD

In generale, questo è stato uno dei libri che mi è piaciuto di più. Mi ha lasciato un qualcosa dentro, un certo shock, mi ha scossa leggermente nel profondo. 
Ovviamente, leggerò altri libri di questo autore. Terrò il suo nome a mente e spero di leggere il prima possibile qualcos'altro di suo.

Luogo dove leggere: nella stanza fredda di una casa disabitata e leggermente malandata, illuminati dalla fioca luce di una lampada a neon bianca, con una bufera di neve che tempesta nella notte.

Nessun commento:

Posta un commento